Basandosi su rilassamento muscolare, visualizzazioni e respirazione, la tecnica porta a una maggiore consapevolezza corporea in modo facile e rapido.
Stefanie Testa, in arte Stefanie Sofro, è sofrologa certificata RNCP presso l’Institut de Formation à la Sophrologie di Parigi, dove ha studiato. Racconta: <<il primo incontro con la sofrologia è avvenuto durante la mia prima gravidanza. All’epoca vivevo ancora in Francia, Paese dove la sofrologia è riconosciuta come tecnica di benessere e utilizzata in diversi contesti, ospedali compresi, dove viene offerta come strumento per la gestione del dolore e dello stress correlato alla malattia e, a livello aziendale, per supportare il benessere lavorativo dei dipendenti. Inoltre la sofrologia è anche inserita nei percorsi nascita come strumento per la gestione del cambiamento>>. Stefanie che ricorda chiaramente come la sofrologia l’abbia accompagnata, in quel frangente, a visualizzare la sua vita dopo la nascita della bambina, permettendole di prepararsi e, quindi, di affrontare con serenità le difficoltà insite nella maternità. Il percorso l’aveva così soddisfatta da portarla a proseguire con gli esercizi anche nel post parto. Poi, improvvisamente, tornata a lavoro, la Vita l’ha risucchiata e Stefanie ha abbandonato la sofrologia per qualche anno. <<La mia seconda figlia – torna a raccontare, è nata senza il supporto della sofrologia e posso dire di aver vissuto un’esperienza meno serena, probabilmente caratterizzata da una depressione post parto… ero preda al timore e ai sensi di colpa perché, nonostante fosse nata la mia piccola, non riuscivo a essere felice e serena>>.

Il ritorno alla sofrologia
<<Per oltre 20 anni ho lavorato come manager nel mondo dell’alta gioielleria, un mondo bellissimo e altrettanto stressante. Ti ripeti che va tutto bene e che puoi gestire tutto, quando in realtà stai vivendo al limite della sopravvivenza. In quella condizione non usi più le tue capacità e risorse più profonde, ma vivi quasi con il pilota automatico inserito>>. Quando lo stress è diventato eccessivo, Stefanie ha iniziato a praticare meditazione, metodo che condivide con la sofrologia, per esempio, il potere della visualizzazione. Chi conosce questo mondo avrà più volte sentito dire che “il cervello non riesce a distinguere tra realtà e immaginazione” e posso assicurare che non è una frase da New Age… ma qualcosa di confermato anche dalle neuro-scienze. Nel 2023 è stato pubblicato sulla rivista Nature un articolo dal titolo “Subjective signal strength distinguishes reality from imagination” nel quale si legge che <<quando i segnali virtuali e immaginati sono abbastanza forti, diventano sostanzialmente indistinguibili dalla realtà>>. Ciò significa che se si immagina una situazione in modo abbastanza vivido, con tutti i dettagli visivi, sonori e percettivi, quando ci si troverà a viverla realmente il cervello reagirà come davanti a una situazione nota. Il che riduce notevolmente lo stress.<<Ecco un esempio che porto sempre ai miei clienti… Basta immaginare di mordere un limone che il corpo inizia a produrre saliva! – interviene Stefanie, che torna a raccontare di sé – Quando ho percepito i vantaggi della meditazione ho sentito il desiderio di condividere i benefici raggiunti con altre persone e mi sono iscritta alla scuola di sofrologia. All’epoca non pensavo di farne un lavoro, anche se alla fine così è stato>>. Ma vediamo cosa è la sofrologia e su quali concetti si basa.
La sofrologia, una pratica adatta a tutti
La sofrologia è una tecnica di gestione emotiva che sintetizza alcuni dei vantaggi offerti da pratiche di diverse parti del mondo. Il suo ideatore, Alfonso Caycedo, era un neuropsichiatra che negli anni sessanta del Novecento ha studiato varie tecniche occidentali e orientali, come training autogeno, ipnosi, yoga, meditazione buddista e zen giapponese. Alla fine ha fatto una sintesi, prendendo un po’ da ogni pratica, per creare una nuova tecnica caratterizzata dall’essere efficiente, semplice e rapida, la sofrologia appunto. <<La sua semplicità la rende applicabile a tutte le persone, dai bambini agli anziani, da quelle spirituali a quelle completamente materiali, da quelle flessibili a quelle più rigide. Tutto ciò che serve è un training ideato su misura per la situazione del soggetto da eseguire prima con lo specialista e poi a casa, come esercizio quotidiano. Per questo di solito le sessioni sono registrate e poi condivise con i clienti. Sono sufficienti 5-10 minuti al giorno per iniziare a percepirsi in modo differente e divenire più consapevoli di cosa si muove all’interno del proprio corpo. Certo, serve costanza>>, sorride Stefanie. Ma per quali situazioni è adatta la sofrologia? secondo Stefanie, praticamente ogni condizione può trarre vantaggi da questa pratica, utile per far fronte allo stress, a crisi di ansia, ad attacchi di panico e a problemi di sonno. <<Spesso i risultati sono spettacolari e inaspettati – riprende Stefanie, che sottolinea come – la sofrologia vada a risvegliare la consapevolezza di ognuno di avere delle risorse cui potersi affidare per affrontare le difficoltà e le diverse situazioni della vita>>. Tra i clienti di Stefanie ci sono quindi anche persone che faticano a parlare in pubblico e vogliono superare questo ostacolo, oppure atleti che si preparano per affrontare un evento sportivo importante o, ancora, artisti che devono far fronte al proprio pubblico. Vediamo come funziona.

Credits: Daniel Grandolfi Photografy
L’importanza di entrare in contatto con il corpo
<<Nelle prime sessioni il lavoro svolto serve per supportare il cliente a prendere contatto con il proprio corpo, sentirlo per davvero, percependone anche i disagi e le sensazioni fastidiose che spesso non vogliamo ascoltare: pesi, nodi, tensioni, dolori cronici e così via. Questa prima fase è molto importante e occorre darle il giusto spazio. Ci sono persone che non sono proprio abituate ad ascoltare i segnali del corpo. Una volta instaturato questo legame, si prosegue provando ad accogliere quel disagio, poco alla volta, senza fretta. La natura umana cerca sempre di evitare la sofferenza, ma così facendo non si fa altro che peggiorare la situazione. Un esercizio che si può fare per entrare in contatto con il corpo è questo: in piedi, a occhi chiusi, si ispira con il naso e si alza un braccio, caricando il peso sulla gamba corrispondente; a questo punto si trattiene il respiro stirandosi verso l’alto e si emette l’espiro con la bocca. L’idea è di capire cosa succede nel corpo dalla parte tirata. Si ripete l’esercizio due volte per lato. Alla fine ci si dovrebbe sentire anche più rilassati>>. Questo è solo un esempio. Di esercizi ce ne sono così tanti che riportarli tutti qui sarebbe riduttivo e di poco valore. Se vi siete incuriositi, visitate il sito di Stefanie e prenotate una visita 🙂
Contatto: https://www.sofrologia-milano.com/