Supportare il bambino che non dorme a trovare la propria personale modalità di abbandonarsi a Morfeo è funzionale non solo al suo sviluppo psico-fisico, ma anche all’equilibrio familiare. E aiuta la donna a tornare a vivere!

Se avessi conosciuto Anna L’Acchiappasonno 9 anni fa, non avrei esitato ad alzare la cornetta gridando “AIUTOOO!!”. Neomamma di un bambino che non dormiva mai più di due ore di fila e che piangeva costantemente, ero ridotta a un sacchettino vuoto. M. era il mio unico centro di gravità permanente e la mia intera giornata, tranne le sue poche ore di nido che spendevo lavorando, erano dedicate a lui… e la notte le cose non andavano meglio! Anzi… M. dormiva solo in braccio e, appena appoggiato nel lettino, si svegliava e iniziava a piangere. Morale, per qualche mese ha dormito nel lettone con me e a mio marito ma, dato man mano che cresceva e diventava ingombrante, dormire era sempre più difficile e così, alla fine, ci siamo spostati nel suo letto… Questa vita è andata avanti per anni, alterando gli equilibri familiari e la relazione tra me e mio marito e tra me e la primogenita, che si è sentita messa completamente da parte. Alla fine, il mio istinto di sopravvivenza ha avuto la meglio e mi sono accorta di non poter proseguire in quel modo. Ho fatto un passo indietro e mi sono imposta e M., oramai abbastanza cresciuto per adattarsi, ha iniziato a dormire da solo. Ripercorrendo la nostra storia, ora riesco a vedere il tunnel in cui ero caduta: quello della maternità naturale, fatta di tetta a richiesta, co-spleeping e contatto continuo. “È un tunnel in cui cadono tante neomamme, perché viene fortemente sostenuto dalla narrazione attuale che tutto ciò che serve al bambino è avere vicino la sua mamma – interviene Anna Pasotti, in arte Anna L’Acchiappasonno, che insieme alla sua squadra aiuta intere famiglie e diadi madre-figlio a trovare un sano equilibrio e a dormire. Territorio di competenza, Milano e provincia e, grazie a Internet, anche di più.
Quando diventare madre significa dimenticarsi di essere donna
Negli ultimi vent’anni sono stati condotti moltissimi studi sul sonno infantile che sottolineano l’importanza per il bambino sotto i 3 anni di dormire per una media di almeno il 70% del tempo. Se ciò non avviene, ci possono essere anche ripercussioni sullo sviluppo. Eppure, nonostante uno dei massimi esperti mondiale in sonno infantile sia proprio italiano, dottor Oliviero Bruni, è rarissimo che un pediatra si interessi delle abitudini del sonno del proprio piccolo assistito. È più facile che, davanti a una madre devastata dal sonno, un pediatra o altra figura sanitaria o di cura della prima infanzia, le ricordi che “ci sono passate tutte le madri !” e che “diventare madri richiede dei sacrifici!”. Sembra quasi una vendetta inconscia, della serie: ho sofferto io, ora soffri anche tu! Eppure, supportare il bambino nella conquista del sonno autonomo è possibile. Ciò che serve sono competenza, professionalità, capacità di ascolto e disponibilità a osservare le dinamiche messe in campo dalle famiglie per poter suggerire i cambiamenti necessari. Senza fretta. Un passo alla volta.

Un percorso verso il sonno autonomo del bambino
Anna L’Acchiappasonno e la sua squadra sono specialiste nel sonno autonomo del bambino, quindi come prima cosa, quando ricevono una chiamata, si accertano che la famiglia desideri proprio questo, ovvero che il bambino inizi a dormire in autonomia nel proprio lettino per tutta la notte. Una volta chiarito questo punto, cerchiamo di inquadrare la situazione, raccogliendo tutta una serie di informazioni: come avviene l’accompagnamento al sonno, dove dorme il bambino e con che ritmi, come passa la sua giornata, come, cosa e quando mangia. Ci interessa anche inquadrare la presenza di eventuali problematiche motorie e del linguaggio e capire come la famiglia riesce a gestire il bambino durante il giorno. Tutte queste informazioni sono necessarie per ideare un piano totalmente personalizzato che si divide in due fasi. Si inizia con una fase di preparazione durante la quale si chiede ai genitori di apportare piccoli cambiamenti nella quotidianità: maggior regolarità nei pasti, per esempio, ma anche piccole modifiche all’ambiente. Inizia poi una seconda fase di intervento vero e proprio che richiede un graduale passo indietro da parte dei genitori e della famiglia nel suo insieme”. È in questa fase che Anna o le sue collaboratrici affiancano il bambino nel trovare il proprio modo di addormentarsi. “Sono io, adulta, a scegliere e sapere gli orari e i ritmi ideali per il sonno e anche quale è la migliore routine per lui”, sottolinea Anna. Ma sarà il bambino a trovare il proprio modo di addormentarsi.
Imparare ad accettare la rabbia e il pianto del bambino
Il percorso di autonomia al sonno proposto da Anna L’Acchiappasonno richiede di passare attraverso l’accettazione del bambino e delle sue necessità di espressione. “La maggior parte dei bambini che arrivano a me sono delle vere e proprie calamite emotive e si caricano durante tutta la giornata degli stimoli più disparati. Per questo, spesso, al momento del sonno non riescono a rilassarsi e ad abbandonarsi. È facile che la prima reazione di questi bambini al sonno autonomo sia di protesta e pianto: dopo tutto, sono stati abituati per mesi, se non anni, a dormire in maniera non autonoma! Tuttavia, se li si prepara, si dà loro fiducia e li si lascia sperimentare, tutti trovano il proprio modo per addormentarsi: c’è chi si culla, chi si tocca i capelli, chi canta, chi si strofina contro il cuscino… e , certo, c’è chi rilascia la stanchezza piangendo. Ma, come dico sempre alle nostre mamme, non è un pianto di dolore o disagio, bensì di rilascio che dura meno di dieci minuti, il tempo esatto della fase di sonno leggero con cui inizia il sonno. Quante volte anche noi adulti piangiamo perché siamo carichi e dobbiamo lasciar andare qualcosa? Lo stesso fanno i bambini. Durante tutto questo processo il genitore è accanto al bambino per supportarlo e farlo sentire al sicuro”. E mentre il percorso aiuta i più piccoli a trovare un modo per abbandonarsi alle dolcezze di Morfeo, Anna e le sue collaboratrici lavorano anche per supportare le madri a rinforzarsi nel diritto di esistere anche come donne.
Il supporto alle mamme
Racconta Anna: “nonostante pian piano la narrazione rispetto al ruolo della madre stia cambiando, anche in Italia, nella maggior parte dei casi quando una donna arriva a contattarmi è preda di grandi sensi di colpa. Vive con una voce che le dice che se suo figlio non dorme, in qualche modo deve essere colpa sua; deve aver sbagliato da qualche parte. Ed è per questo che io e la mia squadra ci prendiamo cura anche della madre, assicurandole che non ha colpe e spiegandole che buona parte delle emozioni che prova sono determinate dall’assenza di sonno e da una narrativa che mette solo le azioni della mamma sotto osservazione e non osserva i bisogni o l’indole del bambino. Questo lavoro di sostegno prosegue per tutta la durata del percorso insieme, che in media è di due/tre settimane”. Sin qui abbiamo visto cosa accade nelle situazioni normali. Ci sono casi in cui il percorso proposto da Anna può richiedere la collaborazione di altri professionisti.

Quando il lavoro deve essere multidisciplinare
“Ci sono situazioni in cui il mio lavoro, che è di natura educativo-comportamentale, è insufficiente perché il bambino vive un vero e proprio disturbo del sonno o difficoltà di altro tipo. In questi casi è utile interfacciarsi con altri professionisti, come l’osteopata, il nutrizionista, il dentista, il logopedista, il neuromotricista e anche il neuropsichiatra infantile. Purtroppo al momento non sono tanti gli specialisti di questi ambiti che sono consapevoli del grande impatto che un buon sonno consolidato può avere su ciò che trattano anche loro, banalmente perché no sono formati sul sonno. Tuttavia, quando si trova un professionista preparato, si riescono a ottenere dei risultati davvero importanti anche in questi bambini”. La speranza di Anna L’Acchiappasonno è quindi anche di riuscire a strutturare, nel tempo, una rete di collaborazioni che le permettano di indicare alle famiglie con bambini che hanno difficoltà o disturbi del sonno un team di professionisti al quale rivolgersi.
https://lacchiappasonno.com/
Scritto da Stefania Somaré